Seleziona una pagina

Il gatto è un gatto e non un cane! Già da anni si è data particolare attenzione allo sviluppo della medicina felina e allo studio più approfondito delle patologie e delle esigenze del gatto. Spesso si tende infatti a generalizzare la medicina dei piccoli animali d’affezione e ad associare il gatto al cane, ma sappiamo che
sono due specie distinte sia per abitudini comportamentali che per malattie. Per questo motivo oggigiorno sono sempre di più le strutture veterinarie cat-friendly ovvero amiche dei gatti! Si tratta di ambulatori o cliniche in cui ci sono delle sale d’aspetto e visite diversificate per ridurre il più possibile lo stress a cui è
sottoposto il gatto già di per sé alto in occasione del viaggio dal veterinario. E’ inutile dire che, un gatto già stressato dal fatto di essere fuori dal suo ambiente, si stressa ancora di più ad aspettare il suo turno dal veterinario con cani che gli abbaiano vicino o mettono il muso vicino al trasportino.


 

 

L’attenzione speciale alla specie felina non si esaurisce solamente nel riservare dei locali esclusivamente ai frequentatori felini, ma anche nell’arricchirli con giochi, graffiatoi, cucce e superfici confortevoli che possano far dimenticare il più possibile al gatto di stare in un ambiente sanitario. Ad esempio al gatto piace
vivere la terza dimensione, ovvero poter guardare dall’alto ciò che succede oppure aver un luogo in cui rifugiarsi per sentirsi più tranquillo ed è importante dargliene la possibilità durante la fase di ambientamento mentre il proprietario parla col veterinario che dovrà visitarlo o effettuare una terapia.
Vengono inoltre usati diffusori di feromoni di appagamento per indicare al gatto che si tratta di un posto tranquillo e sicuro. Per questo motivo Oltre il dolore si è avvalso delle competenze della nostra avvalso delle competenze della nostra veterinaria comportamentalista ovvero la Dott.ssa Federica Leardini

 

 

 

Il gatto è gatto anche nelle patologie sia per quanto riguarda le affezioni dell’apparato muscoloscheletrico che dei disturbi neurologici e comportamentali. Questo ha portato la ricerca scientifica ad individuare parametri e scale di misurazione che ci aiutino ad esempio ad individuare la presenza del dolore. Questo è possibile sia attraverso lo studio delle espressioni facciali (vedi https://www.felinegrimacescale.com/ ) che l’osservazione della postura, delle abitudini e delle attività quotidiane (vedi Feline Musculoskeletal Pain Index; Client Specific Outcome Measures (CSOM), Montreal Instrument for Cat Arthritis Testing for use by caretaker (MI-CAT(C)). Per la compilazione di tali questionari ad esempio viene chiesto al proprietario se il gatto è in grado di saltare su divano, mensole, se si pulisce, se ha cambiato abitudini eliminatorie (se urina o defeca fuori dalla cassetta), se gioca, se si fa le unghie, quanto dorme, miagola ecc. in modo da individuare più o meno precocemente modifiche del suo comportamento che possono essere legate alla percezione di dolore da parte del gatto. Con il gatto anziano tuttavia non è sempre facile capire se il comportamento viene a modificarsi per la presenza di dolore o per una disfunzione cognitiva legata alla senescenza o l’insieme delle due cose. L’invecchiamento felino è generalmente caratterizzato da un progressivo deterioramento delle funzioni organiche e della capacità di mantenere l’omeostasi (l’equilibrio tra le funzioni) in risposta alle perturbazioni interne ed esterne con conseguente maggiore vulnerabilità. Succede frequentemente che un gatto anziano soffra di più patologie come osteoartrite, ipertiroidismo, ipertensione sistemica secondaria ad insufficienza renale cronica, diabete mellito, tumori cerebrali e deficit sensoriali (disturbi di vista o udito) che possono influenzare in modo più o meno evidente il suo comportamento. Le patologie comportamentali possono anch’esse insorgere in vecchiaia anche se la loro correlazione con specifici cambiamenti strutturali cerebrali è ancora poco chiara ai ricercatori. Per questo motivo si parla genericamente di sindrome da disfunzione cognitiva per indicare le forme cliniche di demenza senile riscontrate nel gatto. Tale sindrome è caratterizzata da disorientamento spaziale, eliminazione inappropriata (quando non è dovuta all’incapacità meccanica del gatto di entrare nella lettiera come può succedere per problemi locomotori), alterazione dei rapporti sociali con altri gatti o i membri umani della famiglia, alterazioni dell’umore, perdita dell’interesse nel cibo, agitazione motoria, carente cura di sé ecc. Ricordiamo in oltre che il dolore in quanto esperienza sgradevole per ogni essere vivente può portare ad ansia e depressione anche nel gatto!

 

 

Figura 1. Feline Grimace Scale

 

 

 

 

 

Figura 1. Feline Grimace Scale

E per le terapie? Anche da un punto di vista farmacologico il gatto è gatto e richiede protocolli specifici. È senz’altro un paziente selettivo in cui la palatabilità dei farmaci e la semplicità di somministrazione è importantissima. Per quanto riguarda invece le terapie strumentali e manuali vi sorprenderà sapere che il gatto può essere un ottimo paziente sia per l’agopuntura che per il laser, la chiropratica e la fisioterapia!

 

 

 

Il gatto è gatto e ad Oltre il dolore cerchiamo di dargli come tale tutte le attenzioni e le cure di cui ha bisogno!